OMBRE E LUCI DAL PASSATO – Capitolo 11

Alex

Osservo il mio dito, che disegna un cerchio intorno al capezzolo del mio amore. Sono su un fianco, con il gomito appoggiato al letto e la testa appoggiata alla mano.

Osservo il suo corpo nudo, completamente scoperto, è stupenda. Mi sorride, felice, estasiata. Abbiamo fatto l’amore, sapevo che sarebbe stato bellissimo, ma non avrei mai immaginato che lo sarebbe stato così tanto.

– Hai fame? – le chiedo.

– No – mi risponde – Tutte quelle ostriche, le tartine… Ho mangiato a sufficienza, grazie…

– Io invece ho fame – le dico con un sorriso perverso – ma non di cibo.

Mi chino a succhiarle il capezzolo che le stavo stuzzicando, ormai completamente turgido, ed in risposta lei emette un gemito, inarcando la schiena.

– Oh, Emma… è magnifico vedere come rispondi ai miei stimoli… – le dico, con voce roca.

Lei mi fissa, con occhi languidi.

– Vediamo allora come tu reagisci ai miei… – dice, e mi salta letteralmente addosso, mettendomi di schiena e posizionandosi a cavalcioni su di me.

– Ehi… – le dico. “Prende l’iniziativa… bene, non vedo l’ora di vedere cosa mi farà…”.

Lei mi guarda, si china su di me e mi bacia sulle labbra, infilando la lingua nella mia bocca.

Sono estasiato. Poi, scende, baciandomi il collo, e proseguendo verso i capezzoli. Inizia a stuzzicarmi, succhiandomeli e mordendomeli, mi sta letteralmente facendo impazzire.

Solleva lo sguardo verso di me e vedo i suoi occhi, che sono torbidi, pieni di desiderio.

Lentamente, scende verso i miei fianchi, baciando ogni millimetro del mio ventre fino al suo obiettivo finale.

Lo prende in bocca, ed io piego la testa all’indietro, gemendo forte. Muove le labbra, cercando di spingerselo in profondità il più possibile. Accelera il ritmo, succhiandomelo e sfoderando i denti.

Le metto le mani sulla sua testa, ed inizio a muovere i fianchi, andandole incontro, infilandoglielo il più possibile in bocca. Sto completamente perdendo la testa.

Alzo lo sguardo, per vederla. È meravigliosa, stupenda… La amo alla follia, e mi sta donando un piacere immenso, un’immagine spaventosamente erotica… Sento che sono vicino, devo fermarla…

– Emma, basta, per favore – le dico – Ti prego…

Lei rallenta il ritmo, se lo sfila dalle labbra, poi mi deposita un casto e dolcissimo bacio sulla punta.

Poi si solleva, si mette a cavalcioni su di me, lo prende, e guidandolo, lo accoglie nel suo corpo.

– Oddio, Emma – le dico tra i denti – Piano, tesoro…

– Sono contenta di vedere che reagisci bene ai miei stimoli… – mi dice, con voce roca.

Poi, mi prende le mani e se le mette sui seni, iniziando a muovere il bacino.

Le prendo i capezzoli con le dita, pizzicandoglieli, e glieli tiro, piano. Lei geme, piegando la testa all’indietro. Inizio a spingere i fianchi verso di lei, assecondandola nei suoi movimenti.

Iniziamo a gemere forte, entrambi, siamo una cosa sola, uniti, ed i nostri corpi sono in perfetta sintonia. Lei mi guarda negli occhi, capisco che è vicina, come me.

– Oh, Alex… – mi dice, supplicandomi.

– Vieni, amore, vieni… Io vengo… – le dico, piego la testa all’indietro, stringendo i denti, ed esplodo in un orgasmo potente, svuotandomi violentemente dentro di lei.

Lei mi segue, gridando il mio nome. Raggiunge l’orgasmo e viene, scossa da spasmi violenti.

Mi tiro su con la schiena, e la abbraccio forte, tenendola stretta a me. Ma i suoi spasmi non cessano, e lei continua a muovere i fianchi… capisco che ne vuole ancora.

La prendo per la schiena, e con un colpo di reni la giro sul fianco, posizionandomi sopra di lei.

– So cosa vuoi, Emma… tieni, è tutto per te… – le sussurro. Ed inizio a spingere forte, con la mia erezione non ancora domata. Mi lascio trascinare dal desiderio, dalla passione, ed affondo con spinte vigorose, potenti. E lei inizia a gemere di nuovo, seguendo le mie spinte ed andando incontro al mio bacino.

La ammiro, mentre viene di nuovo, urlando e piangendo, vedo le sue lacrime scorrerle sulle guance.

La bacio, teneramente, a lungo. Poi, stremati, crolliamo in un sonno profondo.

 

Apro gli occhi, è giorno, ma è ancora presto, abbiamo tempo.

Guardo l’angelo che dorme accanto a me, ancora non credo a quello che è successo stanotte.

È stato meraviglioso. Ha un corpo stupendo, due seni pieni e sodi, con capezzoli grandi, una pelle morbida, setosa. Sembra una dea… ed è mia, ora.

La voglio ancora, di nuovo… il mio corpo mi sta facendo capire che è ora di svegliarla.

Sta dormendo su un fianco, girata verso di me, ed io le faccio passare un dito sulla coscia, piano, risalendo fino al suo bacino.

Apre i suoi splendidi occhi, scuri e profondi come la notte.

– Buongiorno, dormigliona – le sussurro, sorridendole.

– Buongiorno – mi dice sorridendomi. Cazzo, ma quanto è bella appena sveglia…

– So che è presto, ma non ho resistito… – le dico.

Lei abbassa lo sguardo verso il mio bacino, vede la mia forte eccitazione e mi guarda intensamente.

– Vedo, vedo… – mi sussurra. Poi cambia discorso – Che avevi intenzione di fare, i prossimi giorni?

Io continuo a passarle il dito sul corpo, risalendo piano piano fino alle spalle.

– Mhmm, non so… Intanto, questo week-end, vorrei passare più tempo possibile con te.

– Anch’io – mi dice lei, sorridendo.

– Oggi arriveremo a New York nel pomeriggio, se volessi, magari stasera potresti venire da me, cuciniamo qualcosa insieme… – le dico, continuando il mio viaggio sulla sua pelle – Poi potremmo fare l’amore… e poi, potresti dormire da me, se vuoi.

Arrivo con il dito al suo seno, e delicatamente, le stuzzico un capezzolo. Lei mi guarda, languida, mordendosi il labbro.

– Dico che, come al solito, hai ottime idee… – mi dice, con voce roca.

Mi chino sul suo seno, e prendo in bocca il suo capezzolo, succhiandolo delicatamente.

– Oh, Emma… – le sussurro – non smetterei mai…

– Non smettere, allora… – mi supplica lei, inarcando la schiena verso di me ed offrendomi il suo corpo. Sono in estasi, la voglio, tutta per me. La spingo sul letto, e mi sistemo sopra di lei.

Di nuovo, siamo uniti, un corpo solo ed un’anima sola.

Emma

Eccoci sbarcati, perfettamente in orario. È primo pomeriggio, abbiamo ancora tutto il giorno davanti. Non vedo l’ora che sia stasera, sono solo poche ore che abbiamo lasciato quel letto e già fremo per fare di nuovo l’amore con lui. È stato splendido, appagante… Alex è speciale, a partire dalla sua mente brillante, passando dal suo cuore pieno di meravigliosi sentimenti, arrivando fino al suo splendido corpo. Abbiamo sempre avuto un’intesa speciale, una complicità che ci univa che difficilmente si trova. Ora l’intesa è anche sessuale, profonda, e forte…

Vedo mio figlio, in lontananza, che ci fa segno. Mi è mancato, anche solo per due giorni.

Ci viene incontro, ci abbracciamo stretti.

– Mamma, Alex, bentornati! Siamo tutti fieri di voi!

– Grazie, amore. – gli dico – Sarah?

– È rimasta a casa, con Erika. Vi aspettano – ci dice, abbracciando anche Alex.

– No, io vorrei che mi accompagnassi a casa, devo sistemare alcune cose… – gli dice Alex.

Già, devo dire a mio figlio che stasera andrò da Alex, e che… passerò la notte fuori, meglio farlo da sola.

Paul ci guarda, pensieroso. Poi, fa un sorriso strano.

– Che avete, voi due? – ci chiede.

– Niente. – rispondiamo entrambi, in coro. È assurdo.

Ci fa un sorriso aperto, felice.

– Dai, che andiamo, ho parcheggiato in un posto bruttissimo.

Usciamo dall’aeroporto, saliamo sulla mia Trax nera ed accompagniamo a casa Alex, che si siede dietro.

Arriviamo subito sotto il suo palazzo, lui scende e viene dalla mia parte, aprendo la portiera.

– Grazie del passaggio, Paul, ci vediamo – poi mi guarda, intensamente – Ciao, noi ci vediamo dopo, allora.

Si china verso di me e mi deposita un bacio delicato e tenero sulle labbra.

– Ciao – gli dico, senza fiato.

– Ciao, Alex – gli dice Paul. Alex chiude la mia portiera e si avvia verso l’ingresso.

Lo guardo entrare, e vedo che Paul non riparte. Mi giro lentamente verso di lui, ha visto il bacio, vorrà spiegazioni. Appena lo guardo, mi tranquillizzo subito, mi sta osservando, con un sorriso felice, splendido.

– Vedo che è andata bene, a Los Angeles… – mi dice.

– Sì… – gli dico, imbarazzata – E… stasera non aspettatemi, esco. Anzi, credo che probabilmente ci vedremo domattina…

Paul si mette a ridere.

– Mamma, non hai bisogno di fare l’evasiva, con me, ho 25 anni, sto con Erika da 5 anni… so come funzionano le cose. E, detto tra noi – mi dice, prendendomi la mano – Sono molto felice per voi, continuavo a domandarmi cosa steste aspettando…

Sorrido, e lo abbraccio, dandogli un bacio sulla guancia. Lui nota il mio medaglione.

– E quello? – mi chiede – Un souvenir di Los Angeles?

– No, – gli dico – È molto di più.

Lui mette in moto e riparte, mentre gli racconto la storia di questo stupendo ciondolo che ho al collo.

 

Chiudo la borsa, ho messo tutto. Un cambio, un piccolo beauty ed una tuta per fare jogging a Central Park domani.

Prendo la borsa e mi avvio all’ingresso, per infilarmi la giacca. Ho optato per una tenuta comoda, un paio di jeans neri, stivali e un maglioncino bianco con il collo alto.

– Ragazzi, io vado, allora! – dico, a voce alta. Paul, Sarah ed Erika vengono nell’ingresso, per salutarmi.

– Mi raccomando, mamma, comportati bene… – mi dice Paul, ridendo.

– Sì, non tornate in tre, mi raccomando… – mi dice Erika, dando corda al suo fidanzato.

– Se uscite non fate tardi!!! – dice infine mia figlia Sarah.

– E allora, voi! – gli dico, ridendo – Prendetemi pure in giro, eh?

Ci mettiamo tutti a ridere. Finisco di abbottonarmi la giacca e mi avvolgo la sciarpa intorno al collo.

– Ci vediamo domani, allora – gli dico, seria – Voi, piuttosto, comportatevi bene. Io so quello che faccio, fidatevi.

– Sì, va bene, ciao… – mi dicono, aprendo la porta e spingendomi fuori – Vai, ora!

Rido, mentre scendo nel parcheggio e salgo sulla mia Trax. Mi avvio nel traffico, verso casa di Alex. “Sai davvero quello che stai facendo, Emma?” penso “Hai sentito, vero, che lui ti ha chiamato ‘amore’?” Ho sentito, certo… ed io non gli ho detto nulla. Purtroppo, l’ombra di Michael incombe ancora su di me. Mi sento in colpa nei confronti di Alex, non gli ho nemmeno detto che lui mi ha chiamato e che gli ho promesso di vederci la settimana prossima. Ma, in fin dei conti, io ed Alex non abbiamo ancora parlato di legami o di intenzioni serie, anche se il suo comportamento è fin troppo eloquente. So benissimo che devo chiarire questa situazione prima possibile, lui odia le bugie, già pochi giorni fa ho rischiato di perderlo… Non voglio che succeda mai più.

Arrivo da lui, parcheggio, prendo la borsa ed entro nel palazzo. Saluto il portiere e salgo con l’ascensore al suo piano. “Appena arrivi, Emma, parlagli subito, devi chiarire prima possibile” mi ripeto. So che devo farlo, e lo farò. Arrivo davanti alla sua porta e busso. Non appena mi apre, tutti i miei propositi vengono meno, voglio solo stare con lui, e non pensare più a niente.

– Ciao tesoro – mi dice, facendomi entrare in casa, prendendomi la borsa e posandola per terra. Mi abbraccia, chiude la porta con un piede e mi bacia subito, appassionatamente.

– Mi sei mancata – mi dice, non appena finisce il nostro bacio.

– Anche tu – gli sussurro. Lo guardo, è stupendo. Indossa un paio di jeans azzurri, slavati, ed una maglia di cotone a maniche lunghe, nera, che mette in risalto il suo bellissimo corpo.

– Senti, pensavo che possiamo uscire a comprare qualcosa e cucinare insieme, se vuoi… Tu cosa vorresti mangiare? – mi chiede.

“Te, nient’altro” penso…

– Qualcosa di leggero, che ne dici di un’insalata? Andiamo al supermercato, vediamo cosa troviamo.

– Sono d’accordo – mi dice, infilandosi le scarpe e mettendosi il giaccone – andiamo, allora.

Usciamo a piedi, il supermercato non è lontano. Fa freddo, ed Alex mi mette un braccio intorno alle spalle, ed io gli cingo la vita. Arriviamo al supermercato, entriamo e ci dirigiamo subito verso il reparto frutta e verdura. Vedo degli avocado, e dei pompelmi, mi viene un’idea.

– Sai se qui hanno dei gamberi freschi? – gli chiedo.

– Sì, li hanno, arriva il pesce fresco tutti i giorni, perché? – mi chiede.

– Perché mi è venuta un’idea – gli dico – potresti prendere un po’ di gamberi? Circa 200 grammi…

– Certo, ai suoi ordini – mi dice, sorridendo, e mi dà un bacio sulle labbra.

Mi guardo intorno, scegliendo gli ingredienti per la mia insalata di gamberi, pompelmo rosa ed avocado. Dunque, avocado, pompelmo rosa…, erba cipollina, rucola, peperoncino e due lime. Il resto dovrebbe averlo Alex a casa… Ho tutto.

Intanto lui è di ritorno, ha anche preso una bottiglia di Chardonnay.

– Dovrebbe andare bene, no? – mi chiede.

– È perfetto – gli dico, sorridendo. Mi alzo in punta di piedi e gli do un bacio sulle labbra.

Lui mi guarda, con un sorriso sornione.

– Mhmm, dovrei venire più spesso, a fare la spesa con te…

Mi metto a ridere, e gli do una pacca sul torace, in maniera affettuosa. Lui mi mette un braccio intorno alle spalle, e mi bacia i capelli. Ci avviamo al banco del pane, per prendere un filone croccante da mangiare con l’insalata. Alex si allontana, e fa di nuovo ritorno con una stecca di cioccolato e delle fragole, lo guardo in modo interrogativo.

– Se tu pensi all’insalata, io penserò al dolce… – mi dice.

– Ok… – gli rispondo.

– Alex! – dice una voce civettuola – Ma sei proprio tu? Ciao…

Una biondina tutta curve gli si avvicina, posandogli una mano su un avambraccio.

All’istante, il sangue mi va alla testa. “E chi diavolo è questa?!?” mi domando inviperita “Tira subito via quelle manacce!!!”

– Ciao, Debby – le risponde Alex. È infastidito, per fortuna.

Lei mi ignora deliberatamente, e si mette a cinguettare con lui, tutta sorrisi e battito di ciglia.

– Ma quanto tempo… Non ti ho più visto, da quella sera… Come stai?

– Sto bene, grazie – le risponde lui, educatamente – Tu?

– Oh, sto bene… Sai, magari potremmo vederci, una di queste sere…

“Ma per favore!!! Ma che cavolo è??? Ma sono trasparente, io? LUI È CON ME!!!”

– No, guarda, Debby, scusami ma proprio non è il caso – le dice lui, sorridendo – Sai, lei è Emma, la mia fidanzata.

Lei mi guarda, sgranando gli occhi.

– Oh, scusatemi… – dice, mortificata – Non avevo capito… Beh, ci vediamo, allora… Stammi bene.

– Sì, anche tu, ciao – le dice lui, mentre lei si allontana velocemente.

– Ah, ora sono la tua “fidanzata”? – gli chiedo, sorridendo.

– No, era solo per levarmela di torno… – mi dice – Non vorrei che ti montassi la testa…

Spalanco la bocca, allibita. Poi non resisto, scoppio a ridere, e gli cingo la vita con le braccia.

– Ma, se l’idea non ti dispiace… a me piacerebbe – mi sussurra, guardandomi negli occhi.

Sento un tuffo al cuore… un impegno, mi sta chiedendo un impegno. Non so cosa rispondere, ora.

– Vedremo…  Dipende da come ti comporterai stasera – gli rispondo evasiva, con un sorriso pieno di sottintesi. Lui mi guarda, il suo sorriso, invece, è decisamente perverso.

– Non temere, mi comporterò bene… – mi sussurra all’orecchio.

Lo guardo, vengo travolta da un intenso languore che mi attraversa il ventre. Lo desidero, da morire, anche adesso. È importante lui, per me, ora, tremendamente importante.

In fondo in fondo lo è sempre stato, ma ora che sono stata sua e lui è stato mio… Mi sento parte di lui, e lui è parte di me, e mi spaventa, questo sentimento. Dopo John, non ho mai pensato di dividere di nuovo la mia vita con qualcuno, di donare di nuovo il mio cuore a qualcuno.

– Hai preso tutto? – mi chiede, rompendo il silenzio e distogliendomi dai miei pensieri cupi.

– Ora sì – gli dico, prendendo un filone di pane – andiamo.

Alex

– Emma sei una cuoca fantastica! – le dico, posando la forchetta sul piatto vuoto – Lo so che te l’ho già detto almeno un migliaio di volte, ma… mi stupisci sempre! Questa insalata era squisita.

– Grazie… – mi risponde – Ma ora… sono curiosa di assaggiare il tuo dolce. Devi ancora prepararlo?

– Sì, va preparato al momento… – le rispondo evasivo. “Anch’io non vedo l’ora di assaggiarlo, amore…” penso.

Mi alzo, raccogliendo i piatti, vedo lei che si alza per aiutarmi.

– No, tesoro, faccio io, per favore… Accomodati di là, magari metti un po’ di musica… Ci metto un attimo.

– Ok… – mi risponde lei, perplessa, avviandosi verso il divano.

Accende lo stereo, si sentono gli AC/DC. Mi guarda, sorpresa.

– Qualcosa di un po’ più “soft”? – mi chiede, ridendo.

– Seleziona il quinto CD – le dico. È perfetto.

Le note di “One” degli U2 invadono la stanza, ed Emma si volta a guardarmi, con un sorriso. Abbassa un po’ il volume e si accomoda sul divano.

Preparo un tegame con l’acqua, ed inizio a far sciogliere il cioccolato a bagnomaria, con il latte. Nel frattempo, pulisco le fragole. Tutto pronto, o quasi… Spengo sotto il tegame, e mi avvio in camera da letto. Emma mi osserva, incuriosita.

– Scusami, torno subito – le dico, sorridendo.

Entro in camera ed accendo alcune candele, poi mi guardo intorno, soddisfatto. Perfetto.

Sono già eccitato, non vedo l’ora di portarla qui e perdermi dentro di lei…

Esco dalla stanza, torno in cucina, con lo sguardo di Emma puntato su di me. Sorrido.

Prendo le fragole e la salsa di cioccolato, li metto in due recipienti e mi avvio in camera.

– Beh, – mi dice Emma – E questo dolce?

Mi fermo, girandomi a guardarla. Me la mangio con gli occhi.

– Ma il dolce non lo mangiamo qui… vieni. – le dico.

Lei cambia espressione, il suo respiro accelera, le sue guance si arrossano… ci siamo, è mia.

Si alza, e mi segue in camera. Poso i due recipienti sul cassettone, e la osservo. Si guarda intorno, estasiata.

– Alex, è stupendo… – mi dice, guardandomi.

“Aspetta di vedere quello che voglio farti, amore mio…” penso.

La fisso negli occhi, serio.

– Spogliati – le dico.

– Cos’è, mi dai ordini, ora? – mi chiede, con un sorriso.

– Sei stata tu a volere il mio dolce… – le rispondo, alzando le spalle.

Lei mi sorride, ed inizia a spogliarsi, guardandomi negli occhi. Si toglie il maglione, e sotto ha un fantastico reggiseno nero, di pizzo. Il solo vederlo mi manda in erezione, istintivamente, mi lecco le labbra. Poi si sgancia i jeans, e se li sfila. Ha un paio di slip di pizzo nero, come il reggiseno.

È meravigliosa, le strapperei tutto di dosso e me la scoperei all’istante. Ma è Emma, il mio amore… devo e voglio fare con calma.

Si ferma, osservandomi.

– Togliti tutto – le dico, con voce roca. Lei inarca le sopracciglia, poi esaudisce la mia richiesta.

Ora è completamente nuda, davanti a me. La osservo attentamente, è una dea. La mia dea.

– Coricati sul letto… per favore. – le dico, dolcemente.

– E tu? Non ti spogli? – mi chiede, con la voce carica di desiderio.

– Sì, ora mi spoglio anch’io, tu coricati, intanto.

Lei si piega ed avanza carponi sul letto, offrendomi la vista del suo splendido lato B nudo.

Si volta a guardarmi, con un sorriso soddisfatto.

“L’ha fatto apposta!” penso “Bene, Emma… ti piace giocare, eh?… Benissimo, anche a me…”

Sposta le lenzuola e si sistema al centro del letto, in attesa.

Inizio a spogliarmi anch’io, rimanendo completamente nudo, davanti a lei, con la mia erezione bene in vista. Prendo i recipienti ed aggiro il letto.

Mi corico di fianco a lei, sistemandoli sull’altro suo fianco.

– Vedi – le sussurro – Basta prendere una fragola, intingerla nel cioccolato, e mangiarla… semplice.

Nel fare questa operazione, lascio cadere alcune gocce di cioccolata sul suo corpo, ancora calda.

Lei ha un sussulto, poi apre la bocca, per accogliere il boccone. Le do la fragola, e subito dopo mi accingo a leccare sul suo corpo le gocce cadute. La sento gemere, piano… sorrido soddisfatto.

Proseguo l’operazione, facendomi anche imboccare da lei, finché le fragole non sono terminate.

Resta qualche goccia di cioccolato, ormai freddo, prendo il recipiente e le verso la salsa sul ventre, leccandogliela subito. Mi sistemo tra le sue gambe, prendendola per la vita, e piano piano, scendo tra le sue cosce. La bacio, avidamente, spingendo la lingua dentro di lei. Lei mi prende i capelli, tirandomeli, e geme, forte.

– Oh, Alex… mi fai impazzire… – mi dice, con voce roca. “Oh, sì, Emma… voglio farti impazzire eccome, stasera…” Accelero il ritmo, poi le infilo due dita dentro, piano, sostituendole alla mia lingua, iniziando poi a succhiarle il clitoride.

Lei grida di piacere, poi inizia a muovere i fianchi, andando incontro alle mie dita, convulsamente.

Sento il suo corpo irrigidirsi, è vicina… Do una spinta forte, dandole il colpo di grazia, e lei viene, gemendo, gridando il mio nome, contorcendosi.

Non resisto più, mi sollevo mettendomi in ginocchio, la prendo per le spalle, e la tiro su, verso di me, mettendomela a cavalcioni. La penetro, dolcemente, gemendo forte.

Lei si aggrappa alle mie spalle, io inizio a muovere i fianchi, e lei viene incontro alle mie spinte, sempre di più. Viene di nuovo, abbracciandomi e stringendomi ai suoi seni. Con due spinte forti mi svuoto dentro di lei, venendo violentemente anch’io e gridando il suo nome. La abbraccio, stretta.

Il mio cuore esplode, tutto l’amore che provo per lei mi sommerge, travolgendomi. Non resisto più.

– Oh, Emma, amore mio… Ti amo. – le dico.

continua…

Copyright Samy P. © 
Questo racconto è di proprietà di Samy P., è protetto da copyright e ogni riproduzione dell’opera, parziale o integrale, è vietata. È vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti, in qualsiasi forma, non autorizzata espressamente dall’autrice. Tutti i diritti sono riservati ©. L. 633/1941. Questo racconto è un’opera di fantasia di Samy P. Ogni riferimento a persone reali esistenti o esistite, fatti, luoghi o avvenimenti è del tutto casuale ed è frutto dell’immaginazione dell’autrice che ne ha fatto uso al solo scopo di dare maggiore veridicità alla storia.

error: